In fase di approvazione il nuovo Piano faunistico venatorio regionale

http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/caccia/doc/normativa/indirizzi-pianificazione/piano-faunistico-2018

“Siamo i primi in Italia ad approvare un Piano unico e valido per tutto il territorio regionale che
mette insieme i nove piani faunistici-venatori provinciali attuali. Un’operazione senza precedenti
nel nostro Paese e che ha superato a pieni voti il vaglio dell’Ispra, l’ente nazionale competente in
materia di tutela della fauna selvatica, oltre ad aver avuto il parere favorevole della direzione
regionale competente in materia di Valutazione ambientale strategica”.
Si è espresso così l’assessore regionale all’Agricoltura e Caccia, Simona Caselli, dopo
l’approvazione in assemblea legislativa del nuovo Piano faunistico-venatorio regionale che avrà
validità dal 2018 al 2023.
Il piano ha tagliato il traguardo dopo un’istruttoria tecnico-amministrativa durata un paio d’anni e
un’ampia consultazione con tutte le categorie interessate: cacciatori, agricoltori ed ambientalisti.
Tra gli obiettivi prioritari la tutela della biodiversità di tutte le specie, insieme alla salvaguardia
delle attività agricole e alla riduzione del rischio per la circolazione sulle strade per l’eccessiva
presenza della fauna selvatica sul territorio.
“La questione dei danni all’agricoltura causati dagli ungulati, cinghiale in testa- ha proseguito
Caselli – sta diventando per le aziende agricole una questione di vita o di morte soprattutto nelle
zone di montagna, dove la prosecuzione della loro attività è fondamentale per evitare lo
spopolamento e per la difesa dell’assetto idrogeologico del territorio. Per questo attraverso il
piano faunistico interveniamo con una stretta sulla gestione del cinghiale, in particolare con un
abbassamento della soglia di danno superata la quale scatterà l’obbligo di intervento con i piani di
abbattimento contro l’eccessiva proliferazione della specie”.
Altro aspetto critico il numero crescente di incidenti sulle strade provocati dalla proliferazione
della fauna selvatica. “In questa materia – ha insistito l’assessore Caselli – anche se la Regione non
ha competenze dirette, stiamo studiando nuove modalità per tenere lontani gli animali dalle
strade, compresa un’App che stiamo sperimentando e che ci permette di raccogliere dati utili.
Resta comunque fondamentale lavorare insieme alle province per trovare le migliori soluzioni”.
Altro tema delicato la presenza del lupo in collina e in montagna.
“Premesso che, è bene sottolinearlo ancora una volta, la caccia sui valichi è proibita, noi – ha
concluso Caselli- non siamo tra le Regioni che hanno chiesto di consentire di sparargli. In Emilia-
Romagna facciamo prevenzione anche attraverso tecnici incaricati di andare sul posto e suggerire i
più idonei sistemi di protezione degli allevamenti. Dove abbiamo utilizzato questo sistema la
predazione non si è ripresentata: occorre quindi informare di più gli agricoltori. Non ci sono
soluzioni facili, occorre ascoltare i tecnici e rispettare le regole. Con questo Piano ci mettiamo nella
parte più avanzata del Paese”.
Sul tema è intervento anche il consigliere regionale Barbara Lori: “Il piano è uno strumento
importante per garantire omogeneità alle attività svolte dai soggetti pubblici e privati a vario titolo
interessati dalla gestione della fauna selvatica. In passato, la Regione definiva indirizzi ed i piani
erano redatti dalle Province mentre oggi, il Piano è regionale e gli Atc redigono piani di attuazione
annuali. L’obiettivo principale che la Regione si propone nel piano è la compatibilità della presenza
della fauna con le attività agricole e l’incidentalità stradale. La tutela delle specie protette è una
priorità gestionale, ma per rendere compatibile tale presenza nelle comunità l’unico strumento di
cui si dispone e che la Regione annualmente finanzia è la messa in opera di adeguati presidi di
prevenzione”.


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